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Al Palazzo delle Esposizioni di Roma riprende il viaggio a ritroso nel tempo attraverso i decenni dmiseria del dopoguerra invadono anche la produzione più leggera e l’Italia si riflette sullo schermo tra gag, risate e commozione.

Mercoledì 29 novembre, ore 21.00
La porta del cielo
di Vittorio De Sica. Italia, 1945, 84’
I destini di vari personaggi in pellegrinaggio verso Loreto si incrociano su un treno. Con incredibili difficoltà, De Sica gira questa produzione cattolica nel periodo in cui i tedeschi occupano Roma, salvando sé e la troupe dal trasferimento a Venezia, dove il regime di Salò sta creando una nuova città del cinema.

Giovedì 30 novembre, ore 21.00
Giorni di gloria
di Luchino Visconti, Giuseppe De Santis, Marcello Pagliero.. Italia, 1945, 70’
Un’opportunità straordinaria per rivivere la situazione a Roma dopo la Liberazione, attraverso l’assemblaggio di filmati d’epoca e lo sguardo di “reporter” d’eccezione, quali Visconti, che documenta il processo per l’eccidio delle Fosse Ardeatine, o De Santis, che dà voce ai parenti delle vittime del massacro.

Venerdì 1 dicembre, ore 21.00
Roma città aperta
di Roberto Rossellini. Italia, 1945, 104’
La tensione rinnovatrice dell’immediato dopoguerra trova nel cinema il suo grido più potente: Roma città aperta è il manifesto di un nuovo corso, capolavoro di rottura ancora oggi emotivamente sconvolgente, che insegna al mondo intero come far parlare la vita attraverso lo schermo.

Domenica 3 dicembre, ore 18.00
Un giorno nella vita
di Alessandro Blasetti. Italia, 1946, 117’
Mosso da un intento etico, anche il più affermato autore del periodo fascista analizza le vicende resistenziali, osservandole da una prospettiva rovesciata, quella chiusa di un convento. La tragica irruzione di nazisti e partigiani rimanda alla violazione di ogni sacralità compiuta dalla guerra.

Domenica 3 dicembre, ore 21.00
Il bandito
di Alberto Lattuada. Italia, 1946, 84’
Lattuada racconta il dramma dei reduci, l’impatto con le macerie, anche interiori, e la corruzione dilagante, adottando il ritmo del gangster movie americano. Grande successo grazie ai divi del momento, Amedeo Nazzari e Anna Magnani, negli insoliti panni di una perfida femme fatale.

Mercoledì 6 dicembre, ore 21.00
Caccia tragica
di Giuseppe De Santis. Italia, 1946, 90’
Una rapina compiuta da un reduce e un’ex collaborazionista provoca la reazione in massa dei contadini. Il sorprendente film di esordio di De Sanctis porta sullo schermo la campagna come epicentro delle lotte sociali, con uno stile spettacolare memore dei maestri sovietici.

Giovedì 7 dicembre, ore 21.00
Sciuscià
di Vittorio De Sica. Italia, 1946, 91’
Attraverso il dramma di due piccoli lustrascarpe, De Sica denuncia la barbarie morale del Paese scosso dalla guerra. Opera emblematica del realismo italiano e capolavoro di struggente poesia, apre uno squarcio sull'abisso della civiltà, vista con gli occhi delle sue vittime più fragili.

Venerdì 8 dicembre, ore 21.00
Paisà
di Roberto Rossellini. Italia, 1946, 133’
Rossellini torna a raccontare, in sei episodi, l'Italia in guerra e le vittime innocenti della Storia. Sulle orme delle truppe alleate dal Sud al Nord Italia, il grande maestro attinge la sua straordinaria libertà creativa dal caos del mondo in macerie, offrendo il ritratto fedele e polifonico del Paese.

Sabato 9 dicembre, ore 21.00
Gioventù perduta
di Pietro Germi. Italia, 1947, 80’
Il crudo identikit di giovani borghesi sbandati, che vivono il disagio della città contemporanea tra solitudine e delitti. Tra i grandi autori del Neorealismo, Germi si rivela il narratore più incisivo delle piaghe sociali del dopoguerra, che indaga incrociando noir e stile documentario.

Domenica 10 dicembre, ore 18.00
I due orfanelli
di Mario Mattoli. Italia, 1947, 92’
Nella Parigi dell’Ottocento l’orfanello Totò va alla ricerca dei suoi nobili natali. Maliziosa parodia del romanzo d’appendice, nella quale l’umorismo di sceneggiatori quali Steno e le trovate del grande mattatore innestano elementi di satira sulle agitazioni politiche del periodo.

Domenica 10 dicembre, ore 21.00
L'onorevole Angelina
di Luigi Zampa. Italia, 1947, 93’
Una delle interpretazioni leggendarie di Anna Magnani, energica eroina di uno stuolo di donne di borgata in rivolta contro un’esistenza precaria. Un Quarto stato al femminile che Zampa dirige magistralmente, animando la denuncia sociale con la spettacolarità popolare.

Martedì 12 dicembre, ore 21.00
Sotto il sole di Roma
di Renato Castellani. Italia, 1948, 100’
Castellani accoglie nel dopoguerra gli ambienti contemporanei, alla ricerca di una gioventù e di un’innocenza sopravvissute ai disastri della guerra, anticipando molti elementi dei primi film di Pasolini. L’urgenza di denuncia del primo cinema neorealista trova un perfetto equilibrio tra commedia e dramma.

Mercoledì 13 dicembre, ore 21.00
Proibito rubare
di Luigi Comencini. Italia, 1948, 82’
Fin dal suo esordio, ambientato tra i ladruncoli di una Napoli ancora piena di macerie, Comencini rivela già la sua straordinaria sensibilità verso i problemi dell’infanzia, che caratterizzerà la sua lunga carriera, osservata qui con i toni lievi della commedia.

Giovedì 14 dicembre, ore 21.00
Riso amaro
di Giuseppe De Santis. Italia, 1948, 109’
Un ladro in fuga si rifugia tra le mondine delle risaie e seduce una giovane ingenua. Pietra miliare della storia del cinema, intreccia la denuncia dello sfruttamento contadino con gli intrighi del noir carico di erotismo, innalzando Silvana Mangano a stella di prima grandezza e icona di sensualità vibrante.

Venerdì 15 dicembre, ore 21.00
La terra trema
di Luchino Visconti. Italia, 1948, 160’
Liberamente tratto da I Malavoglia di Verga, è un affresco potente sulle drammatiche condizioni del Meridione, sospeso tra documentarismo neorealista e raffinato rigore espressivo, ancora oggi considerato uno dei capolavori assoluti del regista.

Sabato 16 dicembre, ore 21.00
Ladri di biciclette
di Vittorio De Sica. Italia, 1948, 90’
Monumento del cinema di tutti i tempi e manifesto sociale del dopoguerra italiano. Le peregrinazioni del povero attacchino in cerca della bicicletta rubata aprono squarci sulla vita nella città moderna, luogo dell’indifferenza, che condanna a un’incolmabile solitudine.

Domenica 17 dicembre, ore 18.00
Il mulino del Po
di Alberto Lattuada. Italia, 1949, 104’
Sullo sfondo delle ribellioni contadine di fine ’800 contro governo e padronato, si consuma il dramma di due innamorati appartenenti a famiglie avversarie. Dal romanzo di Bacchelli, Lattuada ricava un potente affresco sociale con l’impianto epico e spettacolare del grande cinema sovietico.

Domenica 17 dicembre, ore 21.00
In nome della legge
di Pietro Germi. Italia, 1949, 100’
Immerso nell’immaginario cinematografico americano, il capolavoro di Germi trasfigura la Sicilia nel paesaggio epico di un western: ai margini del territorio nazionale, il conflitto tra legge e sopruso mafioso assume un’aura mitica, di lotta primordiale tra bene e male....

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